Sapori della Sardegna

Sapori della Sardegna - Formagelle
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Sapori della Sardegna

 

Conoscere i sapori della Sardegna può essere sicuramente un motivo molto importante per visitare la nostra isola, infatti ogni paese custodisce e ci tiene caldamente alle proprie tradizioni culinarie.

 

Il fatto poi che la Sardegna, essendo un’isola, abbia conservato integre le sue tradizioni, rende la sua enogastronomia ancora più invitante e accattivante. Ci sono ricette che vengono ancora oggi eseguite come facevano le generazioni passate.

 

Il Pane

 

Un ottimo esempio di ricette tramandate da generazioni è il pane carasau. Questo pane croccante tipico della Sardegna, che viene chiamato anche carta da musica, viene ancora oggi preparato, in molte case, come in passato, con il forno a legna.

 

Parecchie famiglie possono testimoniare che ancora oggi si riuniscono per preparare il pane ogni uno o due mesi. Si mettono insieme magari 2 o 3 famiglie, così si ottimizza tutto il lavoro. Poi, essendo un pane che viene cotto 2 volte, può durare mesi.

 

Questa tradizione è fatta non solo di (ottimo) pane, ma di tutto quello che accade intorno. Chi fa il pane a casa così racconta della sveglia prestissimo, degli uomini che pensano ad accendere il forno e delle donne che pensano all’impasto. Gli uomini aiutano con l’impasto dove serve la forza e poi vanno a lavorare mentre le donne pensano alla cottura che viene fatta in due tempi: prima inseriscono il pane disteso quasi a forma di pizza. Appena si gonfia dentro il forno, viene tirato fuori e diviso a metà, dando luogo a due dischi che, a loro volta vengono di nuovo inseriti nel forno per la seconda cottura, diventando allora le sfoglie croccanti che piacciono a tutti. Accanto ai processi ci sono delle abitudini che diventano care a quelli che ci partecipano, come mangiare il “pane lentu”, cioè, dopo la prima cottura, dopo che il pane si gonfia e viene diviso in due, ogni sfoglia è morbida – e quelli che stanno preparando il pane la mangiano con piacere – ed è l’unico momento o modo per mangiare il pane così.

 

La Salsiccia

 

Testimonianze simili esistono per quando, in autunno/inverno, si ammazzano i maiali per fare le salsicce. Si ripete il rito e la frase “dal maiale non si butta niente”, perché in tempi passati dove c’era la fame, del maiale si mangiava davvero tutto. Si utilizzano anche le ossa (e lo fanno ancora proprio il giorno che lo ammazzano e lavorano la carne per la salsiccia) per fare un brodo dentro il quale si cuoceranno i ceci e poi si bagnerà il pane carasau – delizie della cucina povera e tradizionale.

 

Il Formaggio

 

I sapori della Sardegna sono fatti anche di prodotti derivati da quello che si aveva nell’orto e nel cortile (nei tempi passati i maiali e le galline erano allevati in cortile), e non si può non pensare al formaggio pecorino, un altro pilastro dell’alimentazione sarda.

 

Dal latte ovino si fa il famoso pecorino sardo. Purtroppo i sardi non sono stati bravi in passato a difendere le proprie tradizioni quando emigrarono nel Lazio e nella Toscana a fare i pastori. Portarono lì le tecniche per fare il formaggio, ma non ci pensarono a difenderne il nome. E così, quello che oggi viene consumato ed esportato in tutto il mondo come pecorino romano è il pecorino che i pastori sardi producevano da emigrati.

 

Il formaggio viene consumato sia fresco (sciolto al caminetto oppure come ripieno per i ravioli o dolci) sia con diverse stagionature. In Sardegna è conosciuto e molto apprezzato dagli intenditori, il “casu marzu”, ossia, il formaggio marcio (fatto marcire con i suoi stessi batteri), che per motivi di legislatura sanitaria, non viene trovato in commercio.

 

Per gli appassionati, è una vera leccornia che si riesce ad ottenere soltanto attraverso amicizie e richieste personali. Anni fa durante una trasmissione televisiva dove si trattavano dei casi di querelle con un giudice di pace con l’obiettivo di risolvere faccende senza bisogno di un vero processo, ci fu il caso tra marito e moglie dove la moglie aveva buttato delle forme di, appunto, formaggio marcio, conservate nel mobile della cantina da parte del marito. Il marito, da parte sua, accusava la moglie del danno fattogli, vista la difficoltà e tutto ciò che aveva dovuto fare per riuscire ad ottenere quelle preziose forme di formaggio.

 

Dal latte ovino, durante la preparazione del formaggio, viene ricavata anche l’ottima ricotta pecorina che viene usata per fare la pasta, per fare i ripieni sia di ravioli che di dolci come le casadine o formagelle.

 

 

I Dolci

 

Un'altra ricetta sempre presente quando si parla dei sapori della Sardegna è la seadas (detta anche sebadas o sevadas). Si pensa che questo tradizionale dolce (una specie di raviolone fritto, ripieno di formaggio o ricotta e ricoperto di miele o zucchero) abbia origini medioevali, quando era comune portare tutte le pietanze a tavola contemporaneamente, mescolando i sapori dolce e salato.

 

I dolci sardi sono, per la maggior parte, dolci secchi. E tra questi, come ingrediente domina la mandorla, anche questa prima provenienti da alberi da cortile o dai vicini. Tra i tanti tipi preparati nelle diverse zone, domina l’amaretto morbido, preparato con una giusta proporzione tra mandorle dolci ed amare.

 

Dove gustare i sapori della Sardegna

 

In Sardegna è ancora possibile fare un lungo weekend immergendosi nei piaceri dell’enogastronomia. Lasciando il giro delle cantine (ormai pluripremiate) ad un prossimo articolo, possiamo addentrarci nella cucina più tipica conoscendo anche più parti della Sardegna.

 

Si può visitare la bellissima Costa Smeralda e soggiornare nel bellissimo hotel Parco degli Ulivi, ad Arzachena. Questa struttura è disposta su tre ville immerse nella macchia mediterranea e il ristorante capitanato dallo chef Luciano Porta vi stupirà con il meglio della cucina locale.

 

Poi si può proseguire verso l’entroterra, verso la Sardegna meno conosciuta ma più tradizionale rappresentata egregiamente dalla Barbagia. Qui c’è l’imbarazzo della scelta tra due strutture che hanno scelto di far sì che l’eccellenza gastronomica fosse il loro punto forte.

 

L’hotel Su Lithu, a Bitti, ha fatto del suo ristorante un piccolo museo con numerosi oggetti di artigianato e mostre d’arte. La passione dei proprietari ha dato l’impronta ad una cucina genuina e dove tutto viene fatto rigorosamente a mano e dove è possibile seguire delle cooking class per imparare i segreti della cucina tradizionale sarda. La ciliegina sulla torta, visto che si parla di cibo, è la possibilità di passeggiare dentro l’azienda agricola Sa Petra Ruja, con i proprietari che vi accompagnano alla scoperta dei sapori sardi veri e genuini o, come si direbbe in inglese, della real food (cibo vero).

 

L’hotel Su Gologone è tradizione anche per i sardi stessi, che non perdono occasione per andarci a mangiare. Arredato con l’artigianato locale, questa struttura ha fatto della sua orgogliosa “sardità” il suo punto di forza. Appena ci si arriva si può già sentire il profumo dei maialetti cotti sul fuoco del caminetto e l’appetito non si fa attendere.

 

Tutto il meglio della gastronomia locale viene servito in veranda con vista piscina, arredata con colori caldi che rispecchiano perfettamente la cultura del luogo. Quando il tempo non lo permette si mangia all’interno dove si viene avvolti dai profumi dei cibi che vengono serviti ai numerosi ospiti.

 

L’hotel ha voluto andare oltre il mangiare e ha anche un’ottima beauty farm e diversi spazi dove lo svago ha altri nomi, come la Tisaneria, la Vineria, la Prosciutteria, …così come i Percorsi di Erbe Aromatiche con più di 50 varietà della macchia mediterranea. Da alternare alle visite al Laboratorio della Pasta e al Nido del Pane.

 

Spingendoci un po’ più a sudovest si arriva a San Vero Milis, nella Penisola del Sinis. Qui l’hotel Is Benas ci accoglie in mezzo ai suoi rigogliosi giardini e prati verdi. Qui è possibile abbinare la passione per il buon mangiare alla pratica del golf, visto che la struttura dista soltanto 2 km dal campo Is Arenas (18 buche).

 

L’hotel ha un’architettura stile country inglese ed è a poca distanza sia dalle spiagge che dalle locali attrazioni naturalistiche e archeologiche.

 

Il suo ristorante si caratterizza nel offrire ogni giorno prodotti genuini ai suoi ospiti, molti provenienti dal territorio circostante e anche dall’orto dell’hotel. I suoi punti forti sono la pasta fatta in casa, le carni locali e i pesci del golfo, ovviamente accompagnato dagli ottimi vini locali.

 

Il buon mangiare in Sardegna è sicuramente un motivo sufficiente e, si potrebbe anche dire, invitante, per decidere di venire qualche giorno in Sardegna a conoscere “l’altra” stagione.

 

 

Ana Maria Vasconcellos

 

 

 

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