Barbagia – 4 Giorni in Sardegna

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Barbagia – 4 Giorni in Sardegna

 

La Barbagia potrebbe essere chiamata “l’altra” Sardegna. Un po’ perché è molto diversa da quella più conosciuta turisticamente, associata al mare cristallino e ad un turismo del jet set internazionale; ma principalmente perché conserva ancora oggi le tradizioni che custodisce attraverso gli anni.

 

Mentre le zone costiere della Sardegna hanno ricevuto influenze dal traffico turistico, l’interno ha sempre cercato di non perdere le proprie radici nel modo più assoluto.

 

Queste caratteristiche fanno della Barbagia una zona interessantissima da visitare non solo per questi fattori antropologici, ma anche per la ricchezza della sua enogastronomia e per la sua natura intensamente selvaggia e vergine.

 

 

GIORNO 1 – LASCIANDO INDIETRO IL MARE

 

L’aeroporto dove arrivare più conveniente per andare in Barbagia è quello di Olbia. Si prende la macchina a noleggio e si percorre circa 100 km verso l’interno.

 

In attesa dell’orario per il check-in, ci si può fermare a metà strada nel borgo di Posada – in assoluto uno dei centri abitati sardi più antichi – e visitare il castello della Fava nel centro storico. Da sopra si ha un’ampia vista della regione e della spiaggia di Posada che ha di nuovo avuto il riconoscimento delle 5 vele per mare incontaminato e pulito.

 

Si prosegue nella direzione di Nuoro. Già lungo la strada si può notare un cambiamento del colore della vegetazione e paesaggio. E’ difficile definire questi colori con le parole, ma quando uno li vede, capisce cosa significa.

 

A Nuoro si può visitare il Museo dedicato a Grazia Deledda, unica donna italiana a ricevere il premio Nobel per la letteratura, nel 1926.

 

Si arriva all’hotel e, avvolti dall’atmosfera di montagna, ci si concede un bagno in piscina se la stagione lo permette, altrimenti un idromassaggio per rilassarsi del viaggio.

 

Si cena in albergo e si prende un digestivo in uno dei suggestivi bar all’aperto, ai piedi del Supramonte.

 

 

GIORNO 2 – OLIENA

 

Dopo la tipica colazione in hotel, si scende a piedi a visitare la sorgente Su Gologone. Bellissima gola con acqua verdissima e molto profonda. Pare che un sub sia arrivato a più di 30 metri in profondità senza riuscire a intravedere il fondo. La sorgente viene alimentata da fiumi sotterranei che arrivano da altre parti della Sardegna.

 

Si prende la macchina e si va in paese. Oliena era il paese più caro a Grazia Deledda, dove veniva spesso. Si trova nel cuore della Barbagia, è conosciuto per il vino Nepente e ha ben 11 chiese da visitare, avendo giustamente ricevuto la Bandiera Arancione del Touring Club.

 

Si passeggia tra le sue viuzze dove si intravede una cultura millenaria anche attraverso l’arte della filigrana, dell’intarsio nel legno e delle tessiture.

 

Si pranza in uno degli agriturismo tipici della zona, terminando il pasto con il filu ‘e ferru, tipica grappa sarda.

 

Dopo ci si avvia verso Orgosolo, altro centro barbaricino diventato famoso per i suoi innumerevoli murales – dicono siano più di 150.

 

Se le giornate sono ancora lunghe e il filu ‘e ferru non vi ha rilassato troppo, si può andare a visitare il villaggio nuragico di Or Murales con 50 capanne circolari in pietra risalenti all’età del bronzo.

 

La sera si cena in albergo sorseggiando il tipico Cannonau e, dopo il digestivo di mirto all’aperto, si va a riposare.

 

 

 

GIORNO 3 – LE STELLE DI GIORNO

 

Si parte per una escursione al chiamato Grand Canyon d’Europa, Su Gorropu. Questa profonda gola è scavata dal fiume Flumineddu tra Orgosolo e Urzulei.

 

Fortunatamente è una escursione alla portata di chi ha anche un minimo di allenamento ed è sicuramente uno di quei posti che poi ci si porta dentro nel cuore.

 

Questo canyon sardo è lungo 14 km e arriva a punti di dislivello di 800 m.

 

Interessanti sono le leggende che si raccontano riguardo a su Gorropu. Gli anziani affermano che su certi punti si possono vedere le stelle anche di  giorno.

 

Le sue enormi pareti verticali superano i 400m di altezza.

 

Un’altra leggenda racconta che in passato si diceva che lì vi abitasse “Sa Tentazione”, dove si recavano ad affidare la propria anima al diavolo in cambio delle richezze terrene.

 

L’escursione termina con un tipico e gustoso pranzo con i pastori, dove preparano le loro prelibatezze come il formaggio da loro prodotto, salumi, ricotta e arrosto di porcetto. Il tutto accompagnato dal buon vino Cannonau ed in chiusura con il filu ‘e ferru.

 

Chi ha più allenamento può visitare anche Tiscali, dove servono però 2:30 h di camminata fino ad arrivare a questo unico insediamento in Sardegna ad essere stato costruito all’interno di una grotta. Milioni di anni fa, durante un terremoto, questa si è sprofondata e ha dato vita ad un grande cratere che l’uomo ha utilizzato come rifugio, costruendo al suo interno piccole case di pietre e fango.

 

Si rientra in hotel e si rilassa con un massaggio in attesa della cena.

 

 

GIORNO 4 – LA STALATTITE PIU’ ALTA D’EUROPA

 

Si fa ancora colazione alla sarda con le prelibatezze locali e, dopo aver caricato i bagagli in macchina si va verso Dorgali, per visitare le grotte di Ispinigoli.

 

Qui si può ammirare la stalattite più alta d’Europa, di ben 38 m. La grotta è una delle più belle in Sardegna. E’ di facile visitazione perché i suoi spazi sono ampi e non creano fastidi a chi non tollera gli spazi chiusi.

 

Dipendendo dall’ora del volo di rientro si può visitare Dorgali e magari portarsi un pensiero in filigrana sarda a se stessi o a qualche persona cara.

 

La strada lascia piano piano dietro gli unici paesaggi della Barbagia. Si torna a casa, ma sicuramente con un pezzettino di Sardegna dentro di sé.

 

 

Ana Maria Vasconcellos

 

 

 

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