Le Meraviglie della Sardegna secondo Alberto Angela – Parte 4

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Sardegna Isola che c’è: le Meraviglie secondo Alberto Angela – Parte 4

 

Con questo articolo concludiamo il nostro racconto della puntata del documentario Ulisse: Il Piacere della Scoperta di Alberto Angela. andato in onda Sabato 16 Aprile 2022, in Prima Serata sul canale TV di Rai 1.

Il tema era incentrato tutto sulle meraviglie della Sardegna, e nei 3 articoli precedenti abbiamo visto assieme un totale di 30 Meraviglie magistralmente narrate dal noto divulgatore televisivo.

Con questo articolo vediamo le meraviglie dell’ultima mezz’ora di puntata e facciamo anche un riepilogo finale.

 

Ripropongo il link per rivedere l’intera puntata su Rai Play

https://www.raiplay.it/video/2022/04/Ulisse-il-piacere-della-scoperta-Sardegna-isola-che-c-e-19cf7fe9-492b-4dcf-b90d-52b41c2461b6.html

 

 

 

 

Nuove Meraviglie della Sardegna, protagonista in “Ulisse: il Piacere della Scoperta”

“La Sardegna, persa tra Europa e Africa, appartiene a nessun luogo. Appartiene a nessun luogo, non essendo mai appartenuta a nessun luogo. Alla Spagna e agli Arabi e ai Fenici, più di tutto. Ma come se non avesse mai veramente avuto un destino. Nessun fato. Lasciata fuori dal tempo e dalla storia.”
(David Herbert Lawrence)

 

E proseguiamo il racconto con le ultime Meraviglie di Sardegna trattate in puntata, nell’ultima mezz’ora di programma.

 

 

 

Meraviglia 31 – Costa di Baunei – Minuto 1:31:35

Specchi di mare e luce, dove si riflette una bellezza primordiale, bramate dai turisti che le vogliono immortalare in uno scatto oppure inaccessibili e, per questo, ancora più affascinanti.

Cale e calette in Sardegna sono un intermezzo nella sinfonia del paesaggio costiero. Gli incavi nelle rocce dove il mare si adagia sono una macchia di colore azzurro sulla tavolozza di un pittore. La luce vi s’insinua a piacimento regalando sfumature cromatiche che rifuggono da ogni descrizione. E se ovunque la regione è punteggiata da queste gocce di pietra e mare, in Ogliastra, nella costa di Baunei, la natura ha come voluto ostentare una capricciosa ispirazione.

Cala Luna, Cala Sisine, Cala Goloritzè appaiono come un sogno dove reale e irreale si stringono in un lungo e caloroso abbraccio.

 

 

 

 

Meraviglia 32 – Storia dell’Asinara – Minuto 1:33:20

Per effetto dei venti e delle correnti, la zona dell’Asinara offre uno spettacolo particolare: il mare è mosso da una parte e calmo dall’altra. In questo la geografia dell’isola riassume la sua storia in cui ci sono stati momenti di quiete ed altri più burrascosi. E’ stata un’isola abitata sin dalla preistoria, e poi sono arrivati i Fenici e Greci che capirono l’importanza strategica dell’Asinara soprattutto per il rifornimento di acqua durante i loro viaggi sulle rotte commerciali.

I Romani si insediarono più sulla costa e fondarono una città che oggi si chiama Porto Torres, all’epoca “Turris Libisonis”, una specie di hub commerciale anche per loro. Finita l’epoca romana sono cominciate le incursioni di corsari arabi che si scontravano in modo molto violento con gli abitanti e residenti sardi. Nel 1885 i Savoia fecero deportare tutti gli abitanti dell’Asinara insieme al loro bestiame e li portarono sulla costa dove venne fondata la città di Stintino.

Il problema era che quest’isola a quel punto cominciò a diventare un luogo di quarantena, non era quindi più abitata ma diventava un luogo dove si sbarcava quando a bordo di una nave c’era il sospetto di un’epidemia. Con la Prima Guerra Mondiale tutto è cambiato diventando un luogo di detenzione ed un campo di prigionia per migliaia di soldati austro-ungarici. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’isola diventò un’isola-carcere dove vennero rinchiusi dei pericolosi criminali e persone condannate per reati molto gravi.

 

Credit: www.comune.porto-torres.ss.it

 

 

 

Meraviglia 33 – Carcere dell’Asinara – Minuto 1:36:00

A Cala d’Oliva si trova l’ex diramazione centrale del carcere dell’Asinara. Si è portati a pensare ad un carcere come ad un’unica struttura, ma qui sull’isola in realtà esistono nove strutture distinte, chiamate diramazioni, ed ognuna ospitava dei detenuti a seconda dei crimini che avevano commesso e del lavoro che sapevano fare.

Nella cosiddetta diramazione centrale erano rinchiusi coloro i quali avevano una condanna superiore ai 3 anni, parliamo di 100-120 persone. Le celle, assieme ai servizi, formavano un quadrato al cui centro c’era e c’è un grande cortile, e si possono vedere dei bilancieri e dei pesi realizzati dai detenuti per tenersi in forma. In alcuni momenti i detenuti giocavano a pallone, pallacanestro, pallavolo: alcuni di loro avevano il permesso di uscire dalle celle e di muoversi sull’isola per fare lavori agricoli, raccolta di legname o anche per la produzione di formaggi. C’era infatti un caseificio e si facevano tante cose che servivano un pò a tutti.

Entrare in una delle celle di isolamento del carcere, è come fare un viaggio nel tempo: l’ambiente è piccolissimo e vi sono tanti oggetti che sembrano che si siano fermati nel momento in cui l’Asinara non è stata più utilizzata come isola-carcere. Si scorgono tante piccole curiosità come un armadietto con tanti adesivi di giocatori di anni ’80 e ’90, oppure un poster di Madonna. Si può intuire che ad essere imprigionata non è solo una persona, ma anche i suoi desideri, le sue passioni, la sua vita.

Tra le varie strutture e diramazioni presenti sull’isola, ci sono delle carceri speciali, a volte dei bunker, all’niterno dei quali sono stati rinchiusi pericolosissimi criminali, da alcuni membri delle Brigate Rosse, a capi mafiosi come Totò Riina.

Per uno scherzo del destino, ad Agosto ’85, sopraggiunsero nell’isola due uomini per un soggiorno speciale ma di tipo diverso: sono due uomini che hanno fatto della loro vita una missione contro la mafia, e sono Falcone e Borsellino. Qui, per circa un mese, ordineranno le carte per il famoso maxi-processo, ed è incredibile pensare che in quelle settimane il male ed il bene condivideranno lo stesso cielo meraviglioso dell’Asinara. A poca distanza dalla foresteria, un carcere bunker ospitava il boss della camorra, Raffaele Cutolo, che giorno e notte cantava melodie napoletane

 

 

 

 

Meraviglia 34 – Surf in Sardegna – Minuto 1:46:20

Nel nostro viaggio scopriremo uno strano e delicato equilibrio caratterizzato dal vento e dalla capacità di mantenere l’equilibrio sopra le onde. La Sardegna è una meta che attira tantissimi amanti del surf e non solo che inseguono letteralmente il vento.

Le onde che avanzano verso la costa non sono australiane e nemmeno californiane. Bagnate di luce o rabbuiate dalle nuvole d’estate e d’inverno, una tavola vi scorre sopra leggera, quella dei surfisti che sembra accarezzarle.

Tra di loro, un campione del mondo, Francisco Porcella, che afferma: “La Sardegna è ormai diventata le Hawaii d’Italia e d’Europa nel Mediterraneo. Essendo un’isola che offre così tanto. E’ un posto veramente speciale, è casa mia, è la mia terra. Da piccolino quando hai 13- 14 anni cerchi di capire cosa vuoi fare nella vita, ed il mare è stato uno sbocco per me per vedere cosa posso fare tra le onde, per potermi esprimere. E’ veramente uno sport ed uno stile di vita salutare perchè c’è l’attività fisica e c’è la pace mentale perchè quando sei nelle onde e nel mare trovi sempre quella connessione e di ringraziamento di far parte di questi posti bellissimi”.

E quando il sole scende, il mare sembra aver tenuto con sè l’energia dei surfisti, le loro emozioni, forse persino i loro segreti.

 

 

 

 

Meraviglia 35 – Porto Flavia (CI) – Minuto 1:48:20

Nella Sardegna Sud-Occidentale, l’area dell’Iglesiente è ricca di gallerie di miniere, tra cui Porto Flavia, galleria di un porto minerario molto famoso. Una volta percorsa la galleria di Porto Flavia ci si trova sospesi a metà tra il mare ed il cielo, in una sorta di strapiombo con davanti un incredibile faraglione chiamato Pan di Zucchero, alto 832 metri. Qui ci sente presi da questa sorta di danza delle forze della natura.

C’è il mare il cui respiro si infrange sulla costa, c’è la roccia plasmata dal tempo, il vento molto forte. Manca il quarto elemento che è il fuoco, ma questo fuoco in fondo lo si trova dentro l’animo di chi abita in quest’area, e in tante altre parti della Sardegna, perchè è un animo forte, coraggioso e proprio qui ha scritto delle pagine cariche di sofferenza ma anche di tanto orgoglio.

Porto Flavia faceva parte della miniera di Masua, ed è stato costruito tra il 1922 ed il 1924 e certamente ha permesso anche di alleviare la fatica dei minatori che lavoravano qui già da qualche generazione. Tutto questo è il frutto dell’idea di un ingegnere, e il nome, Porto Flavia, è dedicato a sua figlia. La galleria è lunga 600 metri, è stata scavata dalla parte della terra e del mare, e qui passava un trenino elettrico coi vagoncini con il materiale scavato e permetteva di caricarlo verso il mare. I minatori dovevano portare tutto il materiale all’interno di ceste su una spiaggia dove c’era una sorta di magazzino, ed era faticosissimo, e a volta ci si ustionava perchè alcuni minerali come la calamina venivano cotti e quindi le ceste venivano a contatto con la pelle dei minatori. Una volta arrivati sulla spiaggia e stoccati dentro quesa sorta di magazzino, il materiale si imbarcava su delle barche, cosiddette bilancelle, che portavano il tutto su un paio di isole, Carloforte e l’Isola di San Pietro, e da lì andavano per il resto del mondo.

 

Credit: ComeToSulcis.it

 

 

 

Meraviglia 36 – Miniere del Sulcis – Minuto 1:50:00

A 80 km da Cagliari, c’è un’altra Sardegna: meravigliose grotte, spiagge infinite e vecchie miniere.

Da sempre qui l’uomo ha estratto minerali dalle viscere della terra: argento, ossidiana, carbone, piombo, zolfo. Il più delle volte a sfruttare i preziosi giacimenti e a trarne vantaggio non sono stati i sardi, ma qualcun altro al posto loro: gli antichi romani, i belgi, gli inglesi, i francesi, gli spagnoli. Oggi che le miniere sono tutte dismesse restano gli scheletri di un’archeologia industriale che inquieta e incanta.

A Ingurtosu, Montevecchio, Porto Flavia, si rimane quasi interdetti dalla loro forza evocativa; ci restituiscono un mondo perduto, ma forse ancora troppo vivo, che richiama alla mente la fierezza e le ferite di chi vi ha lavorato.

 

 

 

 

 

La narrazione termina qui,

vi lasciamo con questa stupenda poesia di Grazia Deledda ripresa nella puntata:

 

“Noi siamo sardi
Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi,
romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.
Siamo le ginestre d’oro giallo che spiovono
sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.
Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo,
lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.
Siamo il regno ininterrotto del lentisco,
delle onde che ruscellano i graniti antichi,
della rosa canina,
del vento, dell’immensità del mare.
Siamo una terra antica di lunghi silenzi,
di orizzonti ampi e puri, di piante fosche,
di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.
Noi siamo sardi.”

Grazie Deledda

 

 

 

 

Siamo giunti al termine di questo viaggio con altre 6 meraviglie, e considerando i 3 precedenti articoli, siamo arrivati a ben 36 meraviglie.

 

 

Ecco il riepilogo che funge come indice per chi rivede la puntata.

 

Riepilogo Finale – Le 36 Meraviglie

 

1. Dune di Piscinas (minuto 04:00)

2. Canto a tenore in costume tradizionale (minuto 05:30)

3. Necropoli di Montessu (minuto 07:23)

4. Bisso marino (minuto 15:09)

5. Patrimonio genetico sardo (minuto 17:50)

6. Capocchia du purpu (minuto 21:00)

7. Roccia dell’Orso (minuto 24:50)

8. Basalti colonnari di Guspini (minuto 26:20)

9. Spiaggia rosa (minuto 27:20)

10. Residenza di Garibaldi (minuto 31:00)

11. Pranu Muttedu (minuto 34:04)

12. Maschere tradizionali sarde (minuto 37:55)

13. Sartiglia di Oristano (minuto 39:35)

14. Santu Antine (minuto 41:10)

15. Pozzo Santa Cristina (minuto 44:30)

16. Tombe dei Giganti e Guerrieri di Monte Prama (minuto 48:28)

17. Orgosolo ed i suoi murales (minuto 53:22)

18. Brigata Sassari (minuto 54:51)

19. La citta fenicio-punica di Nora (minuto 57:41)

20. Teatro romano di Nora (minuto 59:59)

21. Terme di Fordongianus (minuto 1:01:46)

22. Casa dell’atrio tetrastilo di Nora (minuto 1:03:30)

23. Basilica di Saccargia (minuto 1:11:00)

24. Tratalìas ed il suo presepe (minuto 1:16:19)

25. Bastioni di Alghero (minuto 1:18:06)

26. L’identità catalana di Alghero (minuto 1:19:00)

27. Eleonora d’Arborea e la Carta de Logu (minuto 1:20:00)

28. Abiti tradizionali sardi (minuto 1:25:00)

29. Gioielli tradizionali sardi (minuto 1:26:00)

30. Asinara (minuto 1:27:30)

31. Costa di Baunei (minuto 1:31:35)

32. Storia dell’Asinara (minuto 1:33:20)

33. Carcere dell’Asinara (minuto 1:36:00)

34. Surf in Sardegna (minuto 1:46:20)

35. Porto Flavia (minuto 1:48:20)

36. Miniere del Sulcis (minuto 1:50:00)

 

 

 

Appuntamento al prossimo articolo!

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Giulio Sacripanti

 

 

 

 

 

 

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