Costa Verde – 4 Giorni in Sardegna

Costa Verde - Nebida - Pan di Zucchero
Post pubblicato il:

 

Costa Verde – 4 Giorni in Sardegna

 

La Costa Verde è forse la regione più selvaggia della Sardegna, dove è ancora possibile trovare spiagge accessibili via terra lontane da ogni insediamento.

 

Visitare la Costa Verde è immergersi nella natura. Un’occasione per ricaricarsi e riposare la mente.

 

Ad appena 60km da Cagliari si trova il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, patrimonio Unesco ma anche spiagge quasi vergini e paesaggi unici.

 

Con un viaggio di soli 4 giorni si può veramente ”staccare” e vivere un’esperienza indimenticabile.

 

 

GIORNO 1 – DA CAGLIARI ALLA CITTA’ PIU’ ANTICA D’ITALIA

 

Arrivando all’aeroporto di Cagliari (Elmas) si ritira la macchina a noleggio prenotata e si va verso il sudovest sardo.

 

Andando un po’ verso sud, si può andare a visitare l’isola nell’isola: Sant’Antioco. La 4° isola italiana per estensione (dopo Sicilia, la stessa Sardegna e l’isola d’Elba) è abitata da soli 12.000 abitanti e dista 85km da Cagliari. E’ collegata alla Sardegna grazie ad un istmo artificiale.

 

Il comune più popoloso è Sant’Antioco, sorto sulle rovine dell’antica città fenicio-punica di Sulky – recentemente riconosciuta come la città più antica d’Italia – superando anche Roma.  Lo scorso giugno (2014) è stata ritrovata un’anfora con data anteriore all’800 a.C., periodo in cui in Italia non esistevano ancora altri centri abitati. Ciò fa di Sulky uno dei centri più antichi di tutto il Mediterraneo centrale e occidentale.

 

Dopo Sant’Antioco si prosegue verso il nord, e si va verso Nebida e Masua.

 

A Masua si trova Porto Flavia, un’opera ingegneristica all’avanguardia perché suggerisce l’esistenza di un porto sospeso nell’aria. Realizzato nel 1924, questo avvenente progetto consiste in due gallerie sovrapposte lunghe 600 metri e di un nastro trasportatore che riceveva i minerali dai depositi sotterranei per poi traferirli con un braccio mobile nella stiva delle navi.

 

Questa invenzione rivoluzionò l’allora sistema di imbarco dei minerali, che fino a quel momento venivano trasportati “a spalla” dai carlofortini sulle loro barche a vela.

 

Il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna è stato inserito tra i patrimoni Unesco per la sua importanza storica, visto che a metà del ‘900 l’economia della zona era basata sull’attività mineraria che rappresentava il 10% della produzione mondiale di zinco e piombo.

 

Davanti a Porto Flavia (nome insolito che si riferisce alla figlia del progettista) si può ammirare il Pan di Zucchero sardo. Un faraglione di calcareo dell’altezza di 133m.

 

Durante le strade che si percorrono, spesso si intravedono antiche tonnare ormai in disuso.

 

La sera si arriva in hotel. Ci si gode un meritato riposo.

 

 

GIORNO 2 – MARE E STORIA

 

Risveglio senza orario. Si fa colazione con calma e si prende la macchina per conoscere un altro po’ della Costa Verde.

 

Si va leggermente verso giù per conoscere la bellissima Cala Domestica. Si percorre la Strada Statale 83, dopo Buggerru si trovano le indicazioni per la spiaggia.

 

Questa spiaggia si trova tra bianche falesie calcaree e si trova anch’essa in un ex zona mineraria e si possono vedere le rovine degli edifici delle antiche miniere, così come i magazzini e depositi ma anche gallerie, come quel tunnel che conduce alla spiaggia di Caletta, riparata e molto intima.

 

Tornando nella direzione di Guspini si può fare un’escursione a Monte Linas, dove vive il cervo sardo. Per i più esperti vale l’arrampicata a Monte Arcuentu, massiccio vulcanico formato da grandi muraglioni formatisi dal solidificarsi delle colate laviche, che garantisce una splendida vista una volta arrivati in alto.

 

Per una passeggiata più tranquilla, è bello visitare lo stagno di Santa Maria di Neapolis, dove i fenicotteri rosa hanno trovato un habitat ideale.

 

Sempre a Guspini si può fare una passeggiata fino alla vetta del Cuccuru Zeppara e ammirare i basalti colonnari, raro fenomeno naturale che presenta la forma di enormi canne d’organo formatesi durante il raffreddamento di una colata lavica.

 

Si cena in paese, scegliendo tra le tante specialità locali. Si comincia dal pane, qui chiamato “su Pani Mannu” (il pane grande), simile al tipico pane cagliaritano “su civraxiu” con una crosta bruna e croccante. Viene servito come accompagnamento ai piatti locali che derivano da ricette povere preparate con quello che si aveva in case e nel cortile. Tonno e fave, fagioli con pancetta, minestre di legumi insaporite con il lardo, ravioli di ricotta e spinaci con lo zafferano, piatti preparati con le verdure dagli orti e le carni disponibili in cortile, insaporiti con olive, carciofi e olio di oliva. Sempre presente i “malloreddus” tipici gnocchetti che richiamano il grano del campidano (regione che un tempo era considerata il granaio d’Italia).

 

 

GIORNO 3 – PISCINAS E IL DESERTO PIU’ GRANDE D’EUROPA

 

Colazione in albergo e poi in macchina verso Piscinas per una giornata all’insegna del contatto con la natura. A soli 27 km da Guspini troviamo questo posto particolare, dove si trovano le dune tra le più alte d’Europa (raggiungono i 60 m di altezza) che scendono verso il mare.

 

Da Guspini si va verso Montevecchio (6 km) e da lì si seguono le indicazioni per la spiaggia di Piscinas. Per 10km la strada non è neanche asfaltata. Ricordarsi di rifornire prima ad Arbus o a Guspini perché non ci sono rifornitori nella zona di Piscinas.

 

La spiaggia è selvaggia, 7 km di sabbia dorata. Vi è uno stabilimento di ristoro. Insomma, un posto perfetto per rilassarsi a stretto contatto con la natura. Le dune sono vive, cioè, vengono sempre modellate dal vento maestrale e sono parte del più grande deserto d’Europa.

 

Il mare tende ad essere più agitato su questo versante della Sardegna, il che fa di questa spiaggia meta adorata anche dai surfisti.

 

Scendendo un po’ a sud troviamo la spiaggia di Scivu, uno dei tratti più incontaminati in assoluto per la mancanza di insediamenti nelle vicinanze.

 

Si rientra in albergo dopo una giornata tutta natura e dopo la doccia, si esce a mangiare qualcosa in paese. Magari si assaggia la birra artigianale cruda prodotta nella frazione di Montevecchio.

 

 

GIORNO 4 – ANCORA MARE PRIMA DI RIENTRARE

 

Si fa colazione con calma e si caricano i bagagli in macchina. Prima di rientrare a Cagliari per imbarcarsi, si va a vedere la spiaggia di Marina di Arbus, una spiaggia di circa 2 km con sabbia color rosastro per la presenza di ferro. Ideale anche per i bambini per il suo fondale basso.

 

Ci si spinge un pochino a nord per conoscere la spiaggia di Torre dei Corsari, che prende il nome della torre di Flumentorgiu, utilizzata dagli spagnoli nel XVII secolo come postazione di avvistamento contro le incursioni dei pirati saraceni.

 

Ora di rientrare verso Cagliari e prendere il volo di rientro. Sicuramente ricaricati di tanta natura e con la convinzione che una volta conosciuta la Sardegna, non la si può più evitare.

 

 

Ana Maria Vasconcellos

 

 

 

Ti potrebbero interessare:



< Leggi altri Post