Le Aree Naturali Protette e i Parchi in Sardegna

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Le Aree Naturali Protette e i Parchi in Sardegna

 

La Sardegna è un territorio ricchissimo di parchi e monumenti naturali, aree protette e riserve marine che accolgono testimonianze archeologiche di grande interesse e una ricchezza di flora e fauna con importantissime biodiversità.

 

Le aree naturali protette in Sardegna sono state individuate per conservare e valorizzare l’incredibile patrimonio di specie animali e vegetali: in particolare la Legge Quadro sulle Aree Protette n. 394 del 1991 individua le aree naturali protette nazionali e regionali, mentre la Legge Regionale della Sardegna n. 31 del 1989 disciplina il sistema regionale di tali parchi, riserve e di tutte le aree di rilevanza naturalistica ambientale sarda.

 

Precisamente per Parco Nazionale si intendono le aree terrestri, fluviali, lacuali o marine contenenti ecosistemi intatti con formazioni biologiche e geomorfologiche di rilievo internazionale.

Si definiscono Parco Regionale quelle aree terrestri, fluviali, lacuali e tratti di mare che costituiscono un ecosistema omogeneo tra valori naturalistici e paesaggistici del luogo.

Le Aree Marine Protette sono tratti di mare, non solo costieri, in cui le attività umane sono totalmente limitate, oppure limitate parzialmente, e in quest’ultimo caso devono compenetrarsi con gli habitat naturali senza causare motivi di attrito.

 

 

Sardegna tra Aree Marine Protette, Parchi Nazionali e Parchi Regionali

La Sardegna non è solo conosciuta per le splendide spiagge e mare da favola, ma presenta pertanto anche ampie aree naturali protette ideali per chi ama le vacanze a contatto con la natura. E questi parchi ed aree protette non sono solo da scoprire in estate, ma si consiglia la loro visita, scoperta e approfondimento anche nelle stagioni invernali e autunnali grazie al clima perennemente mite in qualsiasi mese dell’anno.

Andiamo quindi a vedere in questo articolo 9 riserve naturali, tra parchi nazionali, parchi regionali e aree marine protette e vediamo come ogni area della nostra isola è come se fosse una regione a sé per la varietà di paesaggi, flora, fauna e tradizioni.

 

 

Veduta del Parco Naturale Regionale Tepilora – Credit: ecobnb.it

 

 

 

Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena

Anno Istituzione: 1996 con Decreto del Presidente della Repubblica secondo al legge 394 del 1991.

Comune: La Maddalena.

Superficie Area Marina Protetta: 15.000 ettari.

Superficie terrestre: 5136 ettari.

In assoluto il Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena è fra i territori più interessanti del Mediterraneo ed è composto da oltre 60 isole e isolotti di natura granitica localizzate nella corrente tra la Sardegna e la Corsica, quasi a formare un antico ponte di granito tra le due isole.

Litorali sabbiosi, coste granitiche a picco sul mare, ambienti dunali, zone umide, promotori e insenature: le isole e le coste si presentano in ottimo stato di integrità naturale ed il Comitato di Gestione che gestisce il Parco Nazionale ha il compito di disciplinare il turismo nautico e di mantenere il patrimonio della biodiversità. Un esempio è la famosa Spiaggia Rosa di Budelli sottoposta a tutela integrale.

Le specie della flora dell’Arcipelago sono circa 600, tra cui molti endemismi, e la macchia domina ovunque soprattutto ginepro, lentischio, olivastri, mirto, erica, corbezzolo, cisto ed euforbia.

Gli isolotti, essendo senza abitanti quindi ad alta naturalità, sono popolati da uccelli marini ed incontriamo il gabbiano reale, biancobecco giallo con macchia rossa, il falco pellegrino, lo sparviero.

Nei fondali marini vivono le grandi gorgonie e l’habitat è variegato ed è presente l’alga rossa calcarea, la patella gigante ed estese praterie di Posidonia oceanica. La fauna ittica è rappresentata da dentici, ricciole, cernie brune, castagnole e sternelle.

 

 

 

 

Parco Nazionale dell’Asinara

Anno Istituzione: Decreto del Ministero dell’Ambiente del 2002.

Comune: Porto Torres (SS).

Superficie Area Marina Protetta: 10.732 ettari con 110 km di linea di costa

Superficie terrestre: 5200 ettari.

Luogo dalla forte connotazione storica in quanto l’isola dell’Asinara è stata per 100 anni una colonia agricola penitenziaria con carcere dismesso nel 1998, identità che ora si sta muovendo verso un sistema coordinato di centri didattici, ricerca e osservatori.

L’Asinara è un’isola stretta e lunga 18 km con manto arbustivo di macchia bassa dalla quale affiorano rocce granitiche e scistose. Il rilievo più alto è Punta della Scomunica che supera i 400 metri. I 110 km di costa sono frastagliati e variegati in termini paesaggistici.

La flora è costituita da 700 entità con abbondanti endemismi sardi e mediterranei, e tra la gariga costiera osserviamo il fiordaliso spinoso. Il ginepro fenicio popola i litorali mentre sulle alture collinari sopravvive il leccio.

La fauna selvatica è ricca infatti qui si riproducono 78 specie di vertebrati, alcuni di straordinaria rarità. Negli anni ’50 del secolo scorso è stato introdotto il muflone, mammifero dalle ampie corna ricurve, ora perfettamente integrato e adattato sull’isola. L’asinello albino è un’icona ed è piccolo di statura con mantello bianco e rosa e gli occhi celesti. Inoltre sono presenti cinghiali, capre, suini, ovini e 150 specie di uccelli di cui 50 nidificanti.

I fondali marini sono caratterizzati da estese praterie di Posidonia oceanica e si incontrano specie come le cernie e le corvine.

 

 

 

 

Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu

Anno Istituzione: 1998 secondo la Legge Nazionale 394/1991.

Comuni: Aritzo, Arzana, Baunei, Belvì, Desulo, Dorgali, Fonni, Gairo, Lodine, Meana Sardo, Oliena, Ollolai, Olzai, Orgosolo, Ovodda, Seui, Seulo, Sorgono, Talana, Tiana, Tonara, Urzulei, Ussassai, Villagrande-Strisaili.

Superficie terrestre: circa 73.000 ettari.

Parco terrestre e marino che comprende il più importante sistema montuoso sardo con i versanti che discendono fino ai litorali della costa orientale dell’isola. Il Parco comprende infatti il Golfo di Orosei, e oltre al massiccio del Gennargentu, gran parte della Barbagia, il Supramonte e l’Ogliastra. Per cui anche gli ambienti e i paesaggi sono variegati con alcuni tra i più significativi sardi e una complessa biodiversità. Per sintetizzare i paesaggi sono 4: la costa, con alcune delle più incantevoli spiagge del Mediterraneo; il Supramonte dove predomina il bianco del calcare degli altopiani, con valli torrentizie, gole, falesie, canyon, tra distese di lecci e foreste secolari; i tacchi ogliastrini, anch’essi formazioni di calcalre, che si erigono improvvisamente nei falsopiani, e il Gennargente, costituito da scisti paleozoici con affioramenti di porfidi su un basamento di granito. Il Gennargentu è il regno del leccio, presente dai 1200 metri sino al mare, e oltre questa altitudine cominciano i boschi di roverelle. Questo è l’habitat ideale del muflone, oltre che del cinghiale e della volpe. Nelle punte del Gennargentu e del Supramonte nidifica l’aquila reale e sono diffusi anche l’astore, il falco pellegrino, la poiana e lo sparviero.

Le acque del Golfo di Orosei sono ancora molto ricche di saraghi, occhiate, corvine, cernie, murene e aragoste.

 

 

 

 

Area marina protetta Capo Caccia – Isola Piana e Parco Regionale di Porto Conte

Anno Istituzione: Parco Naturale Regionale Porto Conte istituito con legge del Consiglio della Regione Autonoma della Sardegna nel 1999; l’Area Marina Protetta di Capo Caccia Isola Piana è stata istituita nel 2002

Comune: Alghero (SS).

Superficie terrestre: 5.350 ettari.

I territori del Parco Regionale di Porto Conte e dell’Area Marina protetta di Capo Caccia sono per i sistemi carsici tra i più importanti che si conoscano per i paesaggi a falesia, le spiagge, i fondali ricchi di coralli e il manto vegetaledai grandi giardini botanici a bosco mediterraneo.

Circa l’85% del litorale è rappresentato da costa rocciosa di formazioni di arenaria e di calcare.

Il tavolato calcareo nel quale è adagiata la valle di Porto Conte si compone di 3 blocchi: il sistema di Monte Doglia (437 metri), quello di Punta Giglio e il promontorio di Capo Caccia. La loro valenza naturalistica è caratterizzata dalla presenza di grotte, sia terrestri che marine, possenti falesie che si erigono a 100-300 metri di altezza sul livello del mare, e dalle tonalità grigia della roccia calcarea.

Nell’ambiente delle coste sommerse si incontrano popolamenti a corallo rosso; le specie più caratteristiche della macchia sono il ginepro fenicio, il leccio oltre che gli immancabili euforbia, rosmarino, mirto e lentischio.

Una specie iconica è la palma nana, pianta cespugliosa con grandi foglie sempreverdi a ventaglio e di altezzanon superiore al metro e mezzo.

Sono 35 le specie di mammiferi segnalati e ben 150 qeulle di uccelli, tra cui importanti uccelli marini come la berta maggiore e la berta minore.

 

 

 

 

Area marina protetta Tavolara – Punta Coda Cavallo

Anno Istituzione: 1997 secondo la Legge Nazionale 979/82.

Comune: Olbia, Loiri Porto San Paolo e San Teodoro (SS).

Superficie Area Marina Protetta: oltre 15.000 ettari

L’area è di una bellezza unica: di fronte alla costa che va da Capo Ceraso a Capo Coda Cavallo spicca l’Isola di Tavolara, lunga 7 km e 565 metri sopra il livello del mare. Tavolara è un impervia montagna rocciosa che emerge dal mare dalla pareti a strapiombo. Completano l’incantevole scenario le isole di Molara e Molarotto di origine granitica e con paesaggio collinoso di facile accesso.

La vegetazione dei 3 isolotti è quella tipica della macchia costiera: è diffusissimo il lentischio, i rosmarini, il mirto, gli olivastri e i ginepri.

Sulle pendici di Tavolara vivono le capre dai denti d’oro, una specie selvatica dallo strano colore dei denti, ma i legittimi abitanti delle isole sono gli uccelli, di cui si contano 150 specie. Il più comune è il marangone dal ciuffo, pescatore subacqueo di grande abilità, ma è comune anche il gabbiano reale e quello corso.

La vera ricchezza faunistica è nelle acque dell’area marina: i fondali sono ricchi di aragoste, cicale, dentici, ricciole e, tra le nicchie e antichi relitti nuotano, murene, polpi, rombi, sogliole e gamberi.

 

Credit: M. Melodia – Copyright PANDA PHOTO 2003 – mite.gov.it

 

 

 

Area marina protetta Penisola del Sinis e Isola Mal di Ventre

Anno Istituzione: 1999 con Decreto di istituzione del Ministero dell’Ambiente secondo al legge 394 del 1991.

Comune: Cabras (OR).

Superficie Area Marina Protetta: 25.000 ettari.

La costa nord presenta un susseguirsi di spiagge, lagune, dune desertiche, falesie calcaree e rocce scolpite da trafori ed archi. Famosissime le spiagge di quarzo di Is Arutas e Mari Ermi. La costa, verso la parte sud del Golfo di Oristano, si eleva con il promontorio di Capo San Marco, dove sorgono le meravigliose rovine di Tharros, area di grande valore archeologico. L’Isola di Mal di Ventre, chiude il territorio dell’area costiera, e queste acque sono tra le più ricche del Mediterraneo dal punto di vista ittico.

I fondali dell’area marina comprendono 3 diverse unità: la prima è formata da fondali uniformi costituiti da sabbie litiche con la Posidonia che cresce sulla sabbia formando estese praterie; la seconda si incontra a profondità maggiore con grandi vasche con coralli; ed infine, la terza unità ambientale è in acque mediamente profonde formata da falesie di granito, anfratti, vasconi di sabbia e canali di erosione.

La vegetazione costiera è costituita da specie comuni come il finocchio marino, specie di limonio e cespuglietti di elicriso, rosmarino, macchie di erica, lentischio e ginestra. Nel mare dimorano pesci di ogni tipo, molluschi, crostacei, castagnole, triglie, seppie, polpi, attinie, scorfani, cernie, ed il fondale è un esplosione di colori con piccoli coralli, madrepore e spugne.

Le zone umide della Penisola del Sinis ospitano una grande abbondanza di uccelli, stanziali e ospiti, e nelle più alte falesie troviamo il falco pellegrino, il gheppio, il gabbiano reale ed il passero solitario.

 

Credit: L. Cianciotto – Copyright PANDA PHOTO 2003 – mite.gov.it

 

 

 

Area Marina protetta di Capo Carbonara

Anno Istituzione: 1998 con Decreto ministeriale legge 394 del 1991.

Comune: Villasimius (CA).

Superficie Area Marina Protetta: 9.000 ettari.

Paesaggio di costa e granito il cui sviluppo costiero comprende il promontorio della costa sud orientale sarda, le isole dei Cavoli e di Serpentara, lo Stagno Notteri, le secche dei Berni e quella di Cala Caterina. Le bianchissime spiagge della costa dell’Area Marina di Capo Carbonara sono separate da rupi di scisto e granito, ed il mare caldo ha forti affinità con i mari siciliani.

Sul promontorio e sulle isole, il bosco mediterraneo è ben rappresentato in tutte le sue specie tipiche, cresce abbondante il ginepro resinoso, l’aromatico mirto, il cisto rosa e bianco, il lentischio dalle bacche rosse ed il corbezzolo. Sull’Isola dei Cavoli è presente una vegetazione arbustiva oltre che interessanti endemismi come il cavolo selvatico.

Dal punto di vista faunistico si incontrano il cinghiale, la lepre, la volpe, il coniglio selvatico, la tartaruga terrestre e la donnola.

Gli uccelli che nidificano nella zona sono il falco pellegrino, la poiana, l’upupa e la pernice sarda. Sullo stagno di Notteri si può ammirare la meraviglia dei fenicotteri svernanti e delle garzette.

Sui fondali marini si incontrano saraghi, ricciole, dentici, polpi, spigole e aragoste, e dalla barca o dagli scogli si possono osservare i salti dei delfini

 

Credit: P. Gherardi – mite.gov.it

 

 

 

Parco Regionale Molentargius Saline

Anno Istituzione: 1999 con leggi di riferimento 394 del 1991 e regionale 31 del 1989.

Comune: Cagliari.

Superficie: 1600 ettari di cui 550 ettari dello stagno di Molentargius.

Il Parco Regionale comprende lo stagno di Molentargius, suddiviso in 2 zone, Bellarosa Maggiore dalle acque salmastre e Bellarosa Minore dalle acque reflue e piovane, e lo stagno di Quartu o Molentargius delle Saline. Dalla perimetrazione del Parco è esclusa la Spiaggia del Poetto, la spiaggia della città di Cagliari presente nelle vicinanze.

Molentargius è un’oasi naturale di incredibile valore naturalistico per la presenza di colonie di fenicotteri rosa, stabili qui e nidificanti dal 1999. Il loro volo sembra quello di una grande nuvola rosa ed è uno dei più bei spettacoli della natura, pur trovandosi all’interno di un’area metropolitana che parrebbe incompatibile dal punto di vista ecologico.

L’intero sistema lagunare si può ammirare dal Belvedere di Monte Urpino, 90 metri sopra il livello del mare: una pianura d’acqua intramezzata di canneti e giunchi con forte dinamismo tra area vegetale e animale.

La differente salinità delle acque opera una selezione di habitat tra le specie animali: le acque salate del Bellarosa Maggiore costituiscono l’ambiente idoneo per i fenicotteri rosa, aironi, gabbiani e cormorani, mentre le acque dolci del Bellarosa Minore sono frequentate da specie come la garzetta o il pignattaio.

Questo Parco è uno dei migliori spot in Sardegna per l’attività di birdwatching, attività da praticare in piccolissimi gruppi, in silenzio, e preferibilmente la mattina presto.

 

Fenicotteri Rosa – Credit: luoghi.italianbotanicalheritage.com

 

 

 

Parco Regionale di Tepilora, Sant’Anna e Rio Posada

Anno Istituzione: 2014

Comuni: Posada, Bitti, Torpè. Lodè.

Superficie: 7.877 ettari.

I quadi 8.000 ettari del Parco Regionale di Tepilora, Sant’Anna e Rio Posada sono caratterizzate da sorgenti d’acqua, foreste incontaminate e meravigliosi sentieri e si estendono nella parte settentrionale delle regioni storiche del Nuorese e della Baronìa.

Il Monte Tepilora è alto 528 metri sopra il livello del mare, ma la vetta più alta è l’altopiano nel Comune di Bitti che è circa 1000 metri di altezza, per poi arrivare alla costa di Posada dove sfocia il Rio Posada. Nel Parco risiedono inoltre i seguenti siti di interesse naturalistico: la foresta demaniale di Crastazza-Tepilora (Bitti), per una superficie di 2.525 ettari, in cui si annoverano dal punto di vista faunistico il cinghiale, il muflone, la lepre sarda, come avifanua lo sparviero, la poiana e il falco pellegrino, e come copertura vegetale presenta la caratteristica macchia mediterranea; la foresta demaniale di Sos Littos-Sas Tumbas (Alà dei Sardi-Bitti) con estensione di 2.155 ettari; il complesso forestale di Sant’Anna (Lodè), la foresta demaniale di Usinavà (Torpè), lo stagno Longu ed il già citato corso del rio Posada.

Il Parco Regionale di Tepilora ha ricevuto dall’UNESCO il riconoscimento di Riserva della Biosfera, qualifica assegnata per la salvaguardia e conservazione dell’ambiente circoscritto all’interno del programma Man and Biosphere.

 

Credit: Gianni Careddu – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=52197967

 

 

 

 

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Giulio Sacripanti

 

 

 

 



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