Olbia e San Teodoro – 4 Giorni in Sardegna

San Teodoro - Cala Brandinchi
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Olbia e San Teodoro – 4 Giorni in Sardegna

 

Olbia è una simpatica cittadina di circa 60.000 abitanti che deve la sua crescita al turismo dopo la creazione della Costa Smeralda. E’ circondata da bellissime spiagge e molto vicina a delle località molto frequentate durante la stagione estiva, come Porto Rotondo e Golfo Aranci.

Olbia è anche la città più importante della Gallura, una regione storica nel nordest della Sardegna. Nonostante il capoluogo della provincia sia Tempio-Pausania, Olbia resta il punto di riferimento più forte, con il suo porto e aeroporto collegato durante la stagione estiva a diverse località europee.

San Teodoro dista 25km da Olbia e delimita la Gallura a sud. Le sue bellissime spiagge hanno sicuramente contribuito alla sua crescita negli ultimi decenni, facendo in modo che San Teodoro, piccolo paese d’inverno, d’estate diventi punto di riferimento per diverse tipologie di turisti. E’ l’ideale per piacevoli passeggiate tra i tanti negozi, è anche il posto dove andare a mangiare un po’ di tutto e dove si trovano i principali locali notturni della costa a sud di Olbia.

 

GIORNO 1 – MARE E VISITA DELLA CITTA’

 

Arrivo all’aeroporto di Olbia – Costa Smeralda. A pochi passi si trova il terminale dell’autonoleggio dove si ritira la macchina già prenotata (meglio non rischiare durante l’alta stagione). Per non perdere tempo, prima che sia possibile fare il check-in, si va a fare un bagno nella principale spiaggia di Olbia, Pittulongu. Indipendentemente di quanta gente ci sia, l’acqua è sempre limpida e pulita e ci sono 3 locali lungo la spiaggia dove si può mangiare ed eventualmente noleggiare sdraio e ombrellone.

Di pomeriggio si parcheggia al Molo Brin e si fa una passeggiata al Corso Umberto I, dove tra bancarelle e negozi si respira aria di vacanza. A metà Corso, girando a destra in via Cagliari, si può vedere la chiesa di San Paolo Apostolo che si suppone risalga all’epoca basso-medievale. La chiesa ha una cupola che si intravede tra le costruzioni del centro storico perché ricoperta di maioliche policrome risalenti al dopo-guerra.

Arrivando al passaggio a livello si gira a destra in via San Simplicio per visitare la Basilica di San Simplicio (patrono della città), più importante ed antico monumento religioso della Sardegna nord orientale.

Tornando alla macchina si può visitare il Museo Archeologico Nazionale (o Museo del Mare), dove poter conoscere la storia della città antica dalla preistoria al XIX secolo, con particolare attenzione ai relitti romani e medievali rinvenuti nello scavo del porto antico. Come Olbia è stata l’unica città ad essere stata abitata dai greci, il suo nome deriva del greco “felice” rispecchiando le opportunità che il posto offriva già all’insediamento umano.

Si va verso l’hotel prescelto, ci si rinfresca e si va a fare una passeggiata nel centro di San Teodoro. Negozi, bancarelle e innumerevoli baretti fanno di questa passeggiata un piacevole momento di relax.

 

GIORNO 2 – A VOLTE BASTA IL MARE

 

Risveglio ai ritmi sardi, diversi da quelli del “continente”, ancora di più quando si è in ferie. Colazione e si va verso una delle spiagge più conosciute nelle vicinanze di San Teodoro, Cala Brandinchi. E’ stata battezzata anche come Tahiti, e quando la si vede si capisce subito il perché. Acqua bassa e colori unici. Bellissima anche in autunno, dove la marea bassa permette la creazioni di piccoli atolli di sabbia bianchissima che spuntano nell’acqua celeste chiara.

Se si vuole fare una passeggiata e cambiare spiaggia in giornata, basta seguire lungomare verso sud, attraversare una piccola parte della pineta e ci si trova a Lu Impostu. Con il fondale simile ma leggermente meno bassa è sempre un paesaggio da sogno (se si arriva alla estremità a sud la vista è mozzafiato).

Di sera si torna in hotel per la doccia e si va a mangiare in uno dei tanti agriturismo presenti a Padru, paese all’interno a pochi chilometri da San Teodoro. Antipasti vari con tante verdure di stagione, salumi locali, la zuppa gallurese, i ravioli e il porcetto sono sempre parte del menu tipicamente sardo. Attenzione soltanto al mirto se dovete guidare, perché si beve molto facilmente.

 

 

GIORNO 3 – SAN TEODORO E LE COZZE DI OLBIA

 

Dopo la lauta cena ci si sveglia un po’ più tardi. Colazione e si va alla spiaggia La Cinta, a San Teodoro. Mare azzurrissimo e possibilità di soddisfare le diverse preferenze. Davanti all’ampio parcheggio si trovano bar e stabilimenti, con grande movimento di persone. Camminando verso sinistra ci si può trovare in una spiaggia quasi deserta. Possibilità di noleggio di gommoni e pedalò, così come sdraio e ombrellone.

Un’invitante alternativa è la gita in battello all’isola di Tavolara. Si parte da Porto San Paolo e si visita parte dell’Area Marina Protetta di Tavolara, con le sue piscine e paesaggi unici. Tavolara è un gran massiccio calcareo di 6km x 1km e 550m di altezza. E’ impossibile non notarla già dell’aereo quando ci si avvicina ad Olbia.

Di pomeriggio si torna verso Olbia, per visitare il Castello di Pedres la cui origine risale tra il 1296 e il 1322, periodo di dominazione Pisano-Aragonese.

Andando nella direzione di Olbia, vale almeno un giro in macchina a Capo Coda Cavallo per il bellissimo paesaggio.

Arrivando ad Olbia si prende la strada per Loiri e dopo 3,3km di svolta a destra, per poi proseguire per 2 km su una strada sterrata.

Si possono visitare i ruderi, da dove si può avere una vista mozzafiato su Olbia e dintorni. Ed è interessante perché proprio sotto il castello si trova la tomba dei giganti di su monte ‘e s’Ape, lunga 28 metri, la più lunga di tutta la Sardegna.

Dopo la gita si torna verso Olbia per andare a mangiare le sue famose cozze in qualche ristorantino in città oppure a Golfo Aranci (20km da Olbia), grazioso paesino di pescatori che oggi è diventato meta di tanti turisti durante l’estate, conosciuto per i tanti ristoranti specializzati nel servire il pesce.

 

GIORNO 4 – PORTO ROTONDO

 

Dopo la colazione si fa il check-out e ci si dirige verso Olbia, Porto Rotondo.

Porto Rotondo oggi è una rinomata destinazione turistica, ma ebbe inizio con un passa parola tra amici, cominciata dai fratelli Donà delle Rose. Personaggi del jet set di allora venivano a Porto Rotondo invitati da amici, si trovavano bene e compravano anche loro, a sua volta, una villa lì.

Vale la passeggiata tra le sue invitanti piazzette, come Piazza San Marco, oppure per ammirare la pavimentazione della via del Molo, affidata nel 2007 ad Emanuel Chapalain. La pavimentazione rappresenta la catena alimentare, dove pesci mangiano altri pesci, mostrando il ciclo continuo della vita.

Molto interessante anche la chiesa di San Lorenzo che al suo interno ha la forma di una carena di nave rovesciata con migliaia di figure sagomate in legno (realizzate dallo scultore Mario Ceroli) rappresentando personaggi storici di Porto Rotondo.

A Porto Rotondo ci sono tante spiagge per tanti gusti. Appena arrivando alla prima rotatoria, si gira verso sinistra e si va verso spiaggia Ira, bella e conosciuta da sempre.  Se si va verso il centro invece, si può arrivare a due spiagge piccole (spiaggia dei sassi a destra e spiaggia delle alghe a sinistra), una di fronte una all’altra, divise soltanto dalla strada che passa in mezzo. Qui vale la scelta nei giorni di vento perché quando c’è vento da una parte si può andare alla spiaggia davanti.

Si mangia un gelato al porto e si riprende la macchina per tornare in aeroporto. Un po’ di magone per lasciare l’isola c’è, ma ora si sa anche che bastano un breve volo e 4 giorni in Sardegna per rilassarsi.

 

 

 

 

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Ana Maria Vasconcellos



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