Sardegna in Moto: Un Differente Modo di Vivere la Sardegna

Sardegna in Moto
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Sardegna in Moto: Un differente modo di Vivere la Sardegna

 

La Sardegna in moto è un’avventura tra l’eccitante e il fantastico.

Qui la natura selvaggia è regina e regna incontrastata rendendo i viaggi in moto in Sardegna un’esperienza sensazionale: le strade sono così belle e tortuose che sembrano state progettate o meglio dipinte appositamente per viaggi in moto.

C’è solo l’imbarazzo della scelta degli itinerari in moto in Sardegna, sia che si propenda per l’entroterra o per la costa, si rimane sempre e comunque affascinati dalle bellezze dei luoghi.

Quindi, indossiamo il casco e andiamo a scoprire la Sardegna in moto!

Il Tour che proponiamo è praticamente un giro in senso orario di 8 tappe in moto della Sardegna;  ma nulla toglie che questo possa essere preso come spunto e prolungare a proprio piacimento una vacanza e la conoscenza di un luogo che affascina ed ammalia oppure per scoprire luoghi vicini, o lontani dal proprio posto di villeggiatura.

 

 

I Giorno

Chi viene in moto deve forzatamente usufruire del traghetto e quindi il nostro road book parte proprio da Olbia, da qui si imbocca la SS 125 in direzione Sud, e in pochissimo tempo ci troviamo in provincia di Nuoro; qui una tappa è d’obbligo a Posada, nella Baronia.

Un borgo  arroccato su rocce calcaree, alle cui spalle si ergono le rovine di un castello, ai suoi piedi, il mare. Un colpo d’occhio che vi rimarrà scolpito in mente.

La costa vicina è un sogno: la spiaggia di San Giovanni di Posada ha sabbia dorata che si immerge nel mare Turchese e poi Su Tiriarzu, circondata da montagne, spiaggia bianca e mare cristallino.

Il soggiorno che proponiamo è a San Teodoro, un quarto d’ora da Posada, precisamente al Paradise Resort & SPA, struttura 5 stelle a poche centinaia di metri dalla splendida Spiaggia di Lu Impostu.

 

 

 

II Giorno

Continuando il viaggio, altra sosta per ammirare il Faro di Capo Comino: un unico azzurro tra cielo e mare! E poi via di nuovo proseguire sulla strada facendosi cullare dalle curve tra splendidi paesaggi di un verde smeraldo che contrastano con tutti i toni dell’azzurro del mare fino ad arrivare a Dorgali, e da qui, attraverso una via veramente unica, passata una galleria che sembra la porta tra mare e montagna si potrà godere della vista del Golfo di Orosei; da questo punto una strada come una sinuosa striscia di velluto porta a Cala Gonone, famosa per le sue insenature e piccole calette.

Posto fantastico per gli appassionati di avventura e trekking o per escursioni in barca. Come molti luoghi della Sardegna, il paese si staglia sulla collina e degrada fino al mare con spiagge dorate come Cala Cortoe, Ziu Martine e Cala Osalla. Sarebbe d’obbligo un fantastico e impegnativo trekking per arrivare ad ammirare Cala Luna, al confine con Baunei. Senza ombra di dubbio una delle più belle spiagge del Mediterraneo: sabbia finissima ed a corona un bosco di oleandri la caratterizzano. Gli amanti del cinema se la ricorderanno certamente per aver fatto da scenario al film “travolti da un insolito destino… “ di L. Wertmüller.  Per chi non vive di solo mare, imperdibile una visita guidata fino alle Grotte del Bue Marino. E qui, magari, sarà bene fare una sosta a Su Gologone a mezz’ora dalle Grotte. Abbiamo percorso già qualcosa più di 150 km; la Sardegna è grande e di cose da vedere ce ne sono.

 

 

 

III Giorno

Riprendiamo ancora la SS 125 sempre guidando verso sud. Attraverso il Passo Genna arriviamo a Baunei e ancora verso sud in un susseguirsi di curve da pennellare, circondati dal verde e dalle coltivazioni e rocce e massi, in un luogo dove il marmo la fa da padrone. Si arriva a Tortolì, porta di ingresso dell’Ogliastra; merita una tappa per le spiagge che ricordano paradisi tropicali per la loro bellezza. Cala Moresca per esempio, con i suoi scogli e la sua sabbia d’oro. Ma una menzione particolare dobbiamo farla per Le Rocce Rosse che potrebbe essere definito il monumento naturale di Arbatax.

Più giù, tutte le tonalità dal cobalto all’azzurro per il mare di Porto Frailis, ed ancora il lungo litorale di Orrì; 16 chilometri di calette, spiagge ed insenature nascoste, qui spicca Cala Ginepro e San Gemiliano, ma soprattutto Cea, dove scogli rossi affiorano dal mare cobalto che ha come cornice una stupenda  spiaggia bianca. Qui attorno l’età nuragica ha lasciato le sue più grandi testimonianze: circa 200 monumenti e il sito di S’Ortali e Su Monti ne è la summa.

Finalmente arriviamo alla Torre di Barì: un stupenda costruzione seicentesca con ancora i vecchi cannoni a difesa e tutto intorno una bellissima spiaggia dai toni rossastri. Qui i chilometri percorsi sono 170 circa, ma ne vale veramente la pena.

A meno di un chilometro dalla Torre di Barì abbiamo una bellissima struttura che è il Galanias Hotel & Retreat, ideale per una sosta rigenerante.

 

 

 

IV Giorno

Da qui, si parte in direzione di Cagliari, e la strada cambia di continuo tra il mare e la montagna, regalando scorci sbalorditivi ed odori particolari. Da Cagliari, o meglio dal Poetto, via, cambiando strada: si imbocca la SS 195 e attraversando le saline di Santa Gilla si possono osservare i fenicotteri rosa. Da qui si arriva a Pula, meta di chi cerca il mare tutto l’anno; lungo il litorale di Santa Margherita di Pula troviamo spiaggia bianca e graniti rosa oltre a varie calette. Seguendo si arriva a Chia (Domus de Maria), ancora come protetta dalla sua antica torre e da qui, proseguire per Teulada, i cui scorci hanno ispirato artisti e pittori.

Ma non bisogna fermarsi siamo già a 150 km, ma se ne devono fare ancora, e quindi via per Sant’Antioco, sulla SS 126, per lasciarla dopo aver incontrato la città di Carbonia tramite la SS130, ed arrivare ad Iglesias. Lungo la litoranea si arriva a Masua, con scorci unici, come solo la Sardegna sa offrire. In questo luogo sarebbe bello arrivarci al tramonto per poter godere dei colori del sole che si stagliano contro il Pan di Zucchero, che con i suoi 133 metri è uno dei faraglioni più alti d’Europa.

 

 

 

V Giorno

Si lascia a malincuore un luogo così e si prosegue, come al solito tra saliscendi unici fino a scorgere Buggerru cittadina incastonata tra le rocce, e poi ancora più su, dove il terreno si fa brullo, e di nuovo scendere riprendendo la SS126 fino ad Arbus famosa per i suoi coltelli artigianali. Siamo in Costa Verde, uno dei posti più selvaggi dell’Isola; 47 km dove tutto è un susseguirsi di immense spiagge e dune di sabbia tra le più alte d’Europa. La Costa Verde si estende da Capo Pecora, zona molto amata per il diving ma soprattutto per la pesca, fino alla spiaggia bianca di Pistis. Per chi ama i tramonti da cartolina, questo è il posto giusto. Da qui, con dei tratti di strada stranamente rettilinei si arriva ad Oristano, e da qui verso Bosa tramite la SS 292 con le sue spiagge che si stagliano in maniera netta dall’ azzurro chiaro del mare. Questa volta di chilometri ne abbiamo fatti 230 circa. Una piccola sosta è d'obbligo.

Poi si lascia Bosa, direzione Alghero, 50 chilometri di strada litoranea con scorci da quadro. Passata la città sarebbe bello poter fare un salto a Capo Caccia ed al Parco Naturale Regionale di Porto Conte. Invece tappa obbligata Stintino sul lembo di terra nord occidentale, che protende la Spiaggia della Pelosa verso l’isola dell’Asinara quasi a volerle dare la mano. Questo è il capolavoro della natura. Spiaggia finissima, bianca che rende il fondale dolcemente degradante per decine di metri dentro l’azzurro con tutte le sue tonalità  del mare. Li di fronte, tra l’Asinara e la spiaggia, la Pelosetta, chiusa da un isolotto sormontato da una Torre Aragonese oggi come a guardia del luogo. Si potrebbe continuare, ma il posto vale il volerlo godere un po’ di più.

 

 

 

VI giorno

Ripartire da Stintino direzione Santa Teresa di Gallura, stessa lunghezza chilometrica più o meno. Sempre lungo costa, ad osservare tra le colline che da Stintino portano a Porto Torres i toni del mare che vanno dal blu scuro al verde. Quest’ultima città la si lambisce solo, mentre si punta in direzione di Castelsardo, che fu una fortezza inespugnabile, con le sue mura e le sue diciassette torri che l’hanno protetta fino all’ avvento delle armi da fuoco. Particolare per i suoi litorali di alte rocce di  trachite rossa e pochissime zone sabbiose, se non fosse per la la spiaggia di Lu Bagnu, proprio all’ ingresso del borgo di Marina di Castelsardo. Dove rocce verdastre e una spiaggia color crema fanno da sfondo ad un mare cristallino. Per gli amanti di windsurf e kyte, una menzione particolare la merita Punta la Capra come una piscina naturale tra scogli e mare. Poi via lungo la SS 90 verso Badesi, al confine tra Anglona e Gallura nella parte più estrema orientale del Golfo dell’ Asinara. Le spiagge qui sono di una bellezza mozzafiato; tra tutte Li Junchi e Li Mindi, quest’ultima che si estende per chilometri attraversata dal fiume Coghinas. E poi via verso Isola Rossa dove si deve per forza fa tappa per visitare una delle spiagge più belle del nord della Sardegna, un tutto verde, quello chiaro delle acque cristalline e quello più scuro e vivido della macchia vegetativa  circostante. Le dune sabbiose sono sapientemente incastrate dalla natura tra le scogliere dell’Isola Rossa e la punta Li Canneddi. E su tutte, la Marinedda, che vi ammalierà per il suo mare di cristallo, la sua sabbia bianca ed il contrasto di questa con le imponenti  rocce di granito rosso.

E poi via verso Costa Paradiso; questa di nome e di fatto. Un alternarsi continuo tra macchia arborea e placche di granito. Da qui a Santa Teresa di Gallura che si erge proprio di fronte alle Bocche di Bonifacio; fondata nel 1808 da Emanuele di Savoia. Qui è comunque il mare a farla da padrone. Basta arrivare sulla piazza del paese, percorrere la piccola strada in discesa ed eccoci alla spiaggia di Rena Bianca, più volte premiata con la bandiera blu. Il tutto sotto l’occhio vigile della Torre di Longosardo che sovrasta il paese e costruita per ordine di Filippo II di Spagna. I chilometri di nuovo sono 170 ed è tempo di fermarsi.

Il soggiorno suggerito è senza dubbio nel bellissimo Valle dell’Erica Resort: ideale per un ottimo riposo ed un'esperienza gastronomica di qualità.

 

 

 

VII Giorno

Direzione Palau, ma prima una deviazione per visitare Porto Pollo, paradiso dei kitesurfer e windsurfer a nord della Sardegna; e poi finalmente Palau tappa d’obbligo. Porta di ingresso della Costa Smeralda, Proprio di fronte all’ isola e all’Arcipelago della Maddalena. Visita alla Roccia dell’Orso, simbolo di Palau e ricordata anche da Tolomeo (II sec. A.C). Bello fermarsi qui e magari fare il tour dell’Arcipelago della Maddalena, e quindi… perché no? C’è solo l’imbarazzo della scelta per l’imbarcazione e poi via mare visitare dei luoghi che… sono una meraviglia! Si parte alle 10:00 e da quest’ora in poi si è rapiti dalla bellezza dei luoghi altrimenti non visitabili.

Spargi, Budelli, Il Porto della Madonna e le sue piscine naturali, Santa Maria e perché no poter vedere la Roccia dell’ Orso da un’altra prospettiva. Al ritorno si avrebbe voglia di rifare tutto di nuovo subito, ma è già tardi e quindi, bene rimanere a Palau.

Il soggiorno ristorativo si può effettuare al lussuoso Capo d'Orso, immerso tra mare e natura.

 

 

 

VIII Giorno

Si riparte, e di certo non lo si vorrebbe fare: Sarebbe semplice da qui seguire i cartelli per Olbia ma invece, via verso Cannigione, per andare a vedere lungo strada la Spiaggia delle Saline, e poi verso sud direzione Porto Cervo un gioiello architettonico in un castone di natura sbalorditiva per una strada dove le rocce di granito rosate si immergono nell’azzurro del mare che per colore si confonde alla fine con il cielo. Questa è la “Capitale” della Costa Smeralda, ed è quasi un obbligo visitarla. Il nome le deriva dal fatto che dall’ alto l’insenatura assomiglia ad un cervo, ma questo ai più poco importa, rapiti dalla bellezza architettonica e dalla chiesa Stella Maris che sovrasta tutto il paese.

Poi direzione Porto Rotondo, il cui nucleo principale prese vita nel 1964 e fu commissionato a due Veneziani; per questo proprio da Venezia riprende l’architettura e non è un caso che la piazzetta principale si chiami proprio Piazza San Marco, ma Porto Rotondo è anche una frazione di Olbia e quindi il nostro tour finisce proprio qui di nuovo al porto e via da un luogo che sicuramente rimarrà sempre vivido nella memoria di chi lo vive o di chi ne è stato partecipe anche solo per poco.

 

 

 

Carlo Goretti

 

 

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