Riviera del Corallo – 4 Giorni in Sardegna

Riviera del Corallo - Alghero
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Riviera del Corallo – 4 Giorni in Sardegna

 

La Riviera del Corallo è stata la prima destinazione turistica sarda e tutt’ora è una meta ricercata dai turisti con un accattivante centro storico e diverse attrazioni locali. Alghero è il posto dove ebbe inizio il turismo in Sardegna, durante gli anni 50 e 60.

 

Negli ultimi anni Alghero ha visto ancora crescere la sua vocazione turistica con l’arrivo dei voli Low Cost che hanno portato ad un consistente acquisto di seconde case da parte degli irlandesi che trovano il clima ideale a soltanto 2:30 h di volo da casa.

 

Il nome Riviera del Corallo deriva dal fatto che per molto tempo Alghero ha avuto come principale ragione di vita la raccolta e lavorazione del corallo.

 

 

GIORNO 1 – ARRIVO AD ALGHERO E CONOSCENZA DELLA CITTA’

 

Arrivo all’aeroporto Alghero-Fertilia nominato, appunto, Riviera del Corallo. Ritiro della macchina a noleggio prenotata prima del viaggio e ci si dirige verso la città.

 

In attesa dell’orario per il check-in in hotel, si va a conoscere una o più delle belle spiagge di Alghero, come la tradizionale Le Bombarde o Maria Pia. Acque cristalline e sabbia bianca per un bagno rinfrescante di ben venuto in Sardegna.

 

Se non si è ancora mangiato niente e non si ha voglia di ristorante, ci sono le storiche focacce del Milese. Questo antico locale prepara deliziose focacce con vari ripieni, anche se il tradizionale è uno strato di fette di pomodoro fresco, uno strato di tonno, delle uova sode tagliuzzate a pezzi, dei pezzetti di acciughe sparse, uno strato di rucola, uno strato di cipolle tagliate sottili e uno strato di pancetta. Tutta questa parte viene poi insaporita con una salsa particolare creata dalla Signora Maria che ancor oggi la confeziona e ne conserva il segreto. Si trova in via Garibaldi davanti alla marina.

 

Poi una passeggiata per vedere la torre di Porta Terra, storico ingresso via terra della città, la torre dello Sperone (chiamata anche Torre Sulis) che con i suoi 22m di altezza è la torre più imponente della cinta muraria.

 

A questo punto si va in hotel, si disfano i bagagli, una bella doccia rinfrescante e si torna in centro per cenare uno dei piatti tipici di Alghero: l’aragosta alla Catalana. Decisamente da non perdere.

 

 

GIORNO 2 – LE GROTTE DI NETTUNO

 

Ci si sveglia con calma in terre sarde. Colazione e si va verso il porto per prendere un’escursione per visitare le grotte di Nettuno. Ma senza stress, se si rimane a lungo a letto si può sempre fare la gita del pomeriggio.

 

Le grotte di Nettuno sono uno dei più importanti punti turistici di Alghero e occupano circa 4 km di coste. Sono raggiungibili sia via terra che via mare.

 

Per andare via terra bisogna essere un po’ più sportivi, visto che per arrivarci bisogna scendere (per poi risalire) i 650 gradini della Escala del Cabirol, a Capo Caccia. Vista indiscutibilmente unica, ma non è sicuramente per tutti.

 

Vale comunque andare a Capo Caccia per il solo paesaggio che si ha da lassù, anche senza scendere le scalinate per la grotta. Vista mozzafiato.

 

Andando invece via mare si parte da Alghero con escursioni che durano circa 3 ore, mattina o sera (si possono anche scegliere escursioni più lunghe che coprono itinerari più vasti della costa). La zona fa parte dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana.

 

Pranzo ad Alghero per assaggiare la tipica salsa locale chiamata agliata, fatta di pomodori secchi, aglio e aceto e utilizzata per condire polpetti e altro pescato.

 

Di pomeriggio si prende la SP49 che porta a Bosa. Sono 45 km di strada sinuosa che percorre una costa principalmente di falesie di unica bellezza.

 

A Bosa ci sarebbero tante cose interessanti da vedere (magari in un prossimo viaggio), e visto che si deve rientrare ad Alghero si può fare una passeggiata lungo il fiume Temo, l’unico navigabile in Sardegna, oppure visitare il castello di Serravalle (o Malaspina). Questo castello è stato costruito nel 1112 dall’antica famiglia toscana dei Malaspina e dopo la sua costruzione, gli abitanti della chiamata Bosa Vetus (ubicata vicino alla chiesa di San Pietro) si trasferirono sotto il castello costruendoci lì le proprie abitazioni per ottenere protezione, creando il borgo tardo medioevale di Sa Costa.

 

Si rientra ad Alghero, si parcheggia e si va verso i bastioni San Marco a prendere l’aperitivo al tramonto. Un’altra cosa che assolutamente bisogna fare ad Alghero.

 

Diversi i baretti con le sedie fuori per ammirare lo splendido panorama. Uno di questi è un bar di tapas Mos dello chef stellato Andreini (ora trasferito a Mosca ma il locale rimane comunque gestito da suo fratello).

 

Dopo l’aperitivo si va a fare un giro nel centro storico che è sempre molto animato. Negozi, botteghe e la boutique di Antonio Marras, il sarto sardo che per 8 anni fu il direttore creativo della maison francese Kenzo.

 

 

GIORNO 3 – NATURA, PESCE FRESCO E ARCHEOLOGIA

 

Colazione in hotel e un paio di scarpe comode ai piedi. Si va verso il nord di Alghero per visitare il Parco Regionale di Porto Conte. Uno spazio di 1200 ettari che offre diversi paesaggi che vanno dalle falesie a strapiombo sul mare, ad aree pianeggianti, dolci colline e aree boscose.

 

Nel parco è possibile trovare varie specie animali, specialmente se si ha cura di andare la mattina presto o la sera e di non fare eccessivo rumore. Si possono incontrare la lepre sarda, il coniglio selvatico e la donnola, così come non mancano pernici, tortore, colombacci e tanti altri passeriformi. Nell'area sono inoltre state reintrodotte specie ormai scomparse dalla zona, come il daino, i cavallini della Giara, gli asinelli bianchi dell'Asinara, le capre selvatiche e l'onnipresente cinghiale, anche se il più interessante animale ricomparso è indubbiamente il grifone.

 

Si ritorna ad Alghero e si va al Mercato Civico di via Cagliari (chiuso il lunedì perché i pescatori non lavorano la domenica!). Lì si può vedere e comprare del pesce freschissimo e la esperienza migliore è proprio mangiarlo lì, cucinato al momento. Il ristorantino al suo interno non prepara primi piatti, ma solo pesce fresco di giornata. Se tra i commensali c’è qualcuno che preferisce la carne, nessun problema, perché sono veloci ad andare da un collega sempre dentro il mercato che abbia della carne bovina o suina e cucinarla senza problemi.

 

Di pomeriggio resta il dubbio, andare a vedere un’altra spiaggia, come Il Lazzaretto, Mugoni, Cala Dragunara, spiaggia della Speranza (Porto Pollina), Punta Giglio o la spiaggia del porticciolo…o andare a visitare la Necropoli di Anghelu Ruju, la più grande necropoli della Sardegna prenuragica. Si trova a 9 km da Alghero e fu scoperta casualmente nel 1903 durante gli scavi per la costruzione di una casa colonica (in quella occasione furono trovati un cranio umano e un vaso tripodi).

 

Ma le scelte da fare sono tante ad Alghero. Ci sono anche 2 grandi cantine da visitare (serve prenotare) – Sella & Mosca e Santa Maria La Palma dove si possono fare anche degustazioni.

 

 

GIORNO 4 – CULTURA O MARE?

 

Sveglia e colazione. Si fanno le valigie proprio quando ci si era abituati a questa cittadina allegra e ospitale. Dipendendo dall’orario del volo di rientro si può ancora fare una scappata al mare per un ultimo bagno, altrimenti c'è ancora molto da vedere in città.

 

Si può visitare il Museo del Corallo, sito dentro una palazzina stile Liberty in via XX Settembre e da lì andare a visitare le diverse chiese come la chiesa di San Francesco, la chiesa di San Michele (con la cupola policrome) e la chiesa della Misericordia che custodisce il prezioso Santcristus, simulacro ligneo proveniente dalla Spagna.

 

Si va verso l’aeroporto. Il vento della Sardegna saluta e chiede quando tornerete…

 

 

Ana Maria Vasconcellos

 

 

 

 

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